sabato 10 dicembre 2011

Hotel Hilton New York: una soluzione pratica al centro di Manhattan

Se andate a New York per la prima volta, come è capitato a me e a mio marito per il viaggio di nozze, l'idea migliore per l'alloggio è quella di scegliere un hotel in zona centrale: potrete così visitare la città muovendovi moltissimo a piedi per le vie del centro (sicuramente il modo più bello per vivere New York e la sua aria davvero cosmopolita e moderna) ed avrete nello stesso tempo i mezzi pubblici a portata di mano per andare ovunque vogliate.

La prima considerazione che farete leggendo sarà: ma quanto costa un albergo al centro di Manhattan? La risposta è: dipende. Il suggerimento, infatti, è, una volta decise le date del soggiorno, di cominciare a cercare su internet offerte per il vostro hotel: il sito che utilizzo sempre quando viaggio e che ho utilizzato anche per il mio viaggio di nozze a New York è Booking e devo dire che finora non mi ha mai tradita.

Proprio cercando e ricercando su Booking, mi sono imbattuta in questo fantastico albergo, situato in 1335 Avenue of Americas (la Sixth Avenue, per intenderci), tra la 53ma e la 54ma strada, a due passi da Central Park, dalla Fifth Avenue e dal grande circo di luci di Times Square.

Il nostro soggiorno all'Hilton New York è stato davvero piacevole: abbiamo richiesto ed ottenuto, senza alcun sovrapprezzo, di alloggiare in una camera a piano alto (35mo), contattando direttamente l'albergo poco tempo prima del nostro arrivo ed abbiamo per tutto il nostro soggiorno potuto riscontrare un elevato standard di pulizia (camera pulita tutti i giorni e asciugamani cambiate ogni due).

Certo: l'albergo è molto grande e la sola hall sembra un aeroporto, ma se siete dall'altra parte del mondo avere la sicurezza di una catena alberghiera riconosciuta a livello mondiale è senz'altro una fonte di grande tranquillità. La grandezza dell'albergo (45 piani, di cui tre di servizio, e almeno una quarantina di stanze per piano) non pregiudica la piacevolezza del soggiorno, al di là della rumorosità della hall: il check in è stato molto rapido e non abbiamo mai atteso l'ascensore più di cinque minuti.

La struttura, inoltre, offre una palestra, un business center, un servizio di prenotazione di escursioni ed anche di biglietti per gli spettacoli di Broadway (che noi non abbiamo utilizzato, perchè avevamo già prenotato tutto dall'Italia) ed ha anche un ristorante, in cui però non siamo mai stati e sul quale quindi non posso esprimere giudizi.


Per ogni eventualità, il servizio taxi è disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 esattamente davanti all'albergo (come nei migliori film americani, il concierge vi chiamerà il taxi con un fischio e questo magicamente arriverà dopo qualche secondo).

La zona di collocazione dell'albergo non necessita di ulteriori commenti: siete al centro del cuore pulsante degli affari della Grande Mela, a due minuti dal Rockefeller Center ed a dieci minuti a piedi da Times Square, cosa volete di più?

Le stanze sono enormi, in piena sintonia con lo stile di grandeur (ma non assolutamente di boriosità) americano: tutte dispongono di ampie vetrate, di collegamento wi fi a pagamento (14,95 dollari al giorno, ma gratuito se scegliete una sistemazione in camera executive), di bollitore con bustine di tè, di frigo bar, di bagno con vasca e servizio completo per la toelette, di asciugacapelli vero (non quei surrogati da muro da albergo), tv a schermo piatto e zona living, con poltrona e ampia scrivania.

Noi abbiamo scelto una sistemazione in camera King, con letto letto matrimoniale large, con soluzione "solo bed" (esclusa quindi la colazione) ed abbiamo speso per il periodo di fine settembre-inizio ottobre (classificato come alta stagione) una media di 340 dollari a notte (circa 254 euro): dal prezzo sono escluse le tasse e la quota giornaliera di soggiorno a New York, pari rispettivamente al 14,75% ed a 3,50 dollari al giorno. Noi abbiamo scelto la possibilità di cancellare gratuitamente la prenotazione fino al giorno prima della partenza, che prevede un piccolo sovrapprezzo, ma se preferite la prenotazione non rimborsabile potrete risparmiare ulteriormente (attenzione, però, ad optare per questa soluzione solo se siete realmente certi di poter partire, altrimenti in caso di mancata partenza perderete l'intero importo del vostro soggiorno).

Per un giorno, abbiamo anche provato la ricca colazione continentale, che prevedeva (al prezzo di circa 30 dollari incluse tasse), tra le altre cose, bacon and eggs, uova strapazzate, salsiccia, vari tipi di formaggi, vari tipi di pane, frutta fresca, pancake e waffel preparate al momento dallo chef, latte, yogurt, cereali, caffè, succhi di frutta, torte e biscotti, nonchè una fornita zona con cibi orientali.

Al momento (triste) del check out, abbiamo utilizzato la TV della stanza per pagare il conto e così non abbiamo fatto neppure la fila in reception ed abbiamo anche utilizzato il servizio di deposito bagagli (anche questo a pagamento...se non ricordo male, 2 dollari a bagaglio).

Noi nel complesso siamo rimasti molto soddisfatti: magari per un prossimo viaggio a New York sceglieremo una location meno centrale o anche un appartamento, ma certamente posso consigliare questo albergo, senza timore di smentite.

giovedì 24 novembre 2011

Soggiorno a Roma in pieno centro alla Casa del Capitano

Siete di passaggio a Roma per un week end di piacere o per un viaggio di lavoro? La Casa del Capitano è un'ottima soluzione per il vostro alloggio.

La Casa del Capitano è un bed and breakfast, che oramai, soprattutto in città molto battute dai turisti, come appunto Roma, si propone come la sistemazione migliore per il pernottamento.

Il punto di forza di questa struttura è, innanzi tutto, la location: è, infatti, situata in pieno centro, in piazza Barberini, n. 2, al terzo piano (senza ascensore) di Palazzo Soderini, un antico palazzo romano. Dalla vostra stanza potrete ammirare la meravigliosa piazza e quel capolavoro architettonico della Fontana del Tritone di Gian Lorenzo Bernini.



Altro punto a favore è dato dalla gentilezza e dall'estrema cortesia dei proprietari, che sono disponibili ad accogliervi anche se arrivate a tarda ora (peraltro la Stazione Termini - dove arrivano anche i treni navetta dall'aeroporto di Fiumicino - è davvero vicina) e che sono pronti a darvi suggerimenti per il vostro soggiorno, senza essere troppo invadenti.

Un ulteriore aspetto che ho apprezzato durante il mio soggiorno è stato il fatto che, a differenza che in altri bed and breakfast, dove la colazione resta sempre un aspetto sacrificato e spesso delegato a striminziti ticket per bar convenzionati, qui ci è stata servita una ricca colazione direttamente in camera, che comprendeva latte caldo, caffè, cappuccino, succo di frutta ed un'ampia selezione di brioches di pasticceria: insomma, diciamo che sia che vi troviate nella struttura per piacere, sia che vi troviate per lavoro, l'inizio della giornata sarà decisamente positivo.

La stanza che ci ha ospitati era una piccola suite: in pratica, si entra nell'appartamento  e ci sono due ali separate. Quella che abbiamo abitato noi era delimitata da una porta scorrevole e composta da un bagno ampio e ristrutturato di nostra esclusiva pertinenza, da una zona salotto (dove abbiamo consumato la colazione, ma che abbiamo utilizzato anche per lavorare al pc) e dalla camera da letto vera e propria. Sia la camera che il salottino avevano una finestra che si affacciava sulla suggestiva piazza Barberini.

Per essere un po' critici, gli ambienti non sono particolarmente luminosi e l'arredamento è d'epoca (il che può magari non piacere), ma la struttura è pulita e ben tenuta e inoltre a disposizione degli ospiti cìè anche una cucina condivisa con frigorifero che se vorrete potrete utilizzare.

Venendo al lato economico, a metà maggio (periodi di alta stagione) abbiamo speso 120 euro a camera per notte: un prezzo di tutt onestà, considerando la zona e il buon livello qualitativo della struttura. E aggiungo che siamo rimasti così soddisfatti che ci torneremo a gennaio per la Befana...

mercoledì 23 novembre 2011

Wendy's: il regno del junk food americano

Se gli Stati Uniti sono il regno dello junk food, non vorrete mica andare a New York e fare i salutisti????

Io ve lo sconsiglio: se si va in un Paese estero, bisogna provare anche il suo cibo. Certo, non è salutare abusarne, ma una sosta in un posto come Wendy's può essere l'occasione per una pausa ristoro con goduria annessa.

Wendy's è una catena, presente in varie zone di New York, i cui punti vendita, a vederli dall'esterno, sembrano il classico locale americano Anni Cinquanta. Poi, una volta entrati, penserete di essere in un clone del Mc Donald's, ma questa è solo l'impressione europea, anzi italiana, dove il fast food è solo il Mc Donald's.



Noi abbiamo visitato sia il punto vendita del 1215 Avenue of Americas (all'interno del Rockfeller Center), sia quello del 335 Fifth Avenue (vicino l'Empire State Buiding) ed abbiamo capito che il fast food è veramente uno stile di vita newyorkese e che non sempre junk food a cattiva qualità del cibo sono sinonimi.

Da Wendy's, per esempio, si premurano di precisare che la loro carme è sempre fresca e non viene mai surgelata: il che, come potrete immaginare, rende gli hamburger ben diversi dal sapore plasticoso dei nostri fast food. La carne ha il sapore del carne e si presenta ben grigliata, ma succosa all'interno: poi sta a voi se scegliere la versione più delicata e leggera o quella più carica dicondimento.

Considerate, poi, che le salse sono a libero accesso, quindi potrete, se vorrete, sbizzarrirvi senza ulteriori sovrapprezzi e che lo stesso sapore ottimo vale per le patatine fritte: croccanti fuori e più morbide all'interno.



I prezzi, inoltre, sono veramente a buon mercato: 6 dollari per un menu completo medio (la versione small non è contemplata), ma ci sono delle offerte speciali su alcuni piatti a 99 centesimi. La vostra scelta può spaziare dagli hamburger, alle ricche insalate, ai wraps (una specie di piadina arrotolata) e se non sarete sazi, potrete aggiungere anche un dolce (la mousse alla vaniglia che conosciamo anche noi, ma declinato ad esempio anche con aggiunta di mele caramellate) o uno shake.

E vi assicuro che uscirete da Wendy's soddisfatti come poche altre volte nella vostra vita e con un concetto del junk food a dir poco rivoluzionato...con tanti saluti alla dieta ovviamente!

lunedì 21 novembre 2011

Outlet in New York

C'è un film bellissimo di una decina di anni fa, con Richard Gere e Winona Rider, che si intitola Autumn in New York: penso che molti di voi lo avranno visto e lo avranno trovato romantico e tenero...bè...non sono gli stessi sentimenti che prova una donna quando fa shopping????? E cosa c'è di meglio che fare shopping a New York?

E' sicuramente un'esperienza che troverà d'accordo anche i maschietti, soprattutto se avremo cura di dirigerli in location che hanno disponibilità anche per loro!

Allontaniamoci per un attimo dal clamore della Fifth e delle sue boutique e spostiamoci in giù, nella parte bassa di Manhattan: qui potrete trovare almeno quattro outlet (tutti da me personalmente visitati...io sono una che fa le cose sul serio....) e, se siete di quei tipi che non si accontentano, c'è un outlet enorme anche fuori New York, nel New Jersey (ma tranquilli, ptrete raggiungerlo da New YOrk comodamente in autobus, con un viaggettodi un'ora).

Il consiglio, ovviamente, è: se non avete tempo, soffermatevi sugli outlet di New York, ma se riuscite, una capatina nel New Jersey è stra-consigliata!!!

Ecco una breve sintesi di questi angoli di paradiso, dove, complici il cambio favorevole e il prezzo di partenza molto basso delle marche americane, potrete fare ottimi affari.


T.J.Maxx: si trova al 620 della Avenue of Americas (la Sesta Strada, per intenderci), tra la 18ma e la 19ma, al secondo piano di un palazzo, in cui al piano terra ha sede un negozio incredibile di articoli per la casa (Bed Bath & Beyond), di cui vi parlerò prossimamente, e al piano interrato un altro outlet, Marshalls. T.J.Maxx vende abbigliamento ed accessori per uomo e per donna: si parte dalle polo, per arrivare alle scarpe, alle borse, all'intimo ed anche ai prodotti di profumeria. I prezzi sono di base scontati del 50% rispetto ai prezzi di cartellino, ma se entrate con un allenato occhio clinico e cercate gli stand con la scritta "Clearance" (Liquidazione), il risparmio può addirittura aumentare. Qui abbiamo acquistato polo e maglioncini Ralph Lauren e Tommy Hilfiger, un tailleur Calvin Klein (a 79 dollari, più tasse), uno shampoo e un balsamo da 750 ml ciascuno della Bed Head (a 12 dollari l'uno, più tasse), un piumino della Nautica (a 59 dollari, più tasse), un cappottino della Guess (a 25 dollari più tasse), un pigiama da uomo della Ralph Lauren (a 20 dollari, più tasse).

Marshalls: altro outlet che si trova sempre al 620 della Avenue of Americas, tra la 18ma e la 19ma, al piano interrato. Anche qui troviamo tutto per l'uomo e per la donna, come da T.J.Maxx ed anche uno spazio per i casalinghi. Gli affari migliori, come sempre, potete farli nella sezione Clearance, dove io ho acquistato un paio di mocassini col tacco alto di Tommy Hilfiger a 29 dollari e mio marito un magliocino di cotone a 15 dollari (ricordatevi sempre di aggiungere le tasse).



Filene's Basement: outlet di ben tre piani che si trova al 4 di Union Square South. Ha una vasta scelta di marchi e una buona possibilità di fare affari: devo dire che di questo posto ha beneficiato mio marito, che ha acquistato un piumino di ottima qualità anche se non marchiato a 49 dollari (più tasse) e varie polo Tommy Hilfiger (anche come regalo per gli amici) a 19 dollari (più tasse). Io mi sono accontentata di un sottogiacca molto elegante di Calvin Klein a 25 dollari (più tasse).



Century 21: si trova in zona Wall Street, al 22 di Cortland Street, ed ha abbigliamento e accessori per uomo e donna. Quando siamo andati in questo outlet, eravamo di ritorno da una giornata di lunghe passeggiate (prima a Liberty Island e poi al World Trade Center) e da un giro su un piccolo veliero, durante il quale avevamo preso un sacco di freddo. Insomma: eravamo stanchi e poco in vena di acquisti e non abbiamo preso nulla. Rispetto agli altri outlet, abbiamo notato che c'era poca disponibilità di merce ed anche una disposizione della stessa un po' confusionaria: non so se anche questo possa avere influito sul mancato acquisto. Posso però dirvi che ha intravisto degli stivali Ugg a prezzo super scontato (anche se con scarsa disponibilità di taglie), nonchè una fornitissima zona di abbigliamento formale maschile (persino una varietà sterminata di gemelli da polso). Quindi se siete da quelle parti, conviene farci un salto.



Woodbury Common Premium Outlet: questo outlet si trova nel New Jersey ed ha circa 220 negozi di tutte le marche. Si parte dalla Chloè, fino a Jimmy Choo, ai "soliti" Tommy Hilfiger e Ralph Lauren, alla Levi's, a Calvin Klein, ecc. Si raggiunge con un autobus della Grey Line che parte da Port Authority sulla 42ma strada con frequenza oraria: il biglietto di andata e ritorno costa 42 dollari (benedetti e ben spesi, se si considera l'enorme risparmio che si ha nell'outlet): a coloro che usufruiscono del servizio, inoltre, è dato in omaggio un carnet con numerosi sconti nei negozi dell'outlet (ricordatevi di sfogliare il carnet prima di pagare per verificare se potete usufruire degli sconti). Alcuni esempi: ho comprato un paio di Jimmy Choo a 180 dollari, una polo Lacoste a tiratura limitata a 80 dollari (le polo normali costano sui 50 dollari), due borse di Tommy Hilfiger a 35 e 25 dollari, una t-shirt Tommy Hilfiger a 10 dollari, un paio di Timberland classiche a 69 dollari, una trousse di sei ombretti MAC a 20 dollari e una trousse di quattro ombretti Estee Lauder a 25 dollari...insomma, una manna dal cielo (ricordatevi che vanno sempre aggiunte le tasse)! Personalmente, non posso che consigliarvi una capatina: anche se dovrete accontentarvi di visitare solo una parte dei negozi, resterete soddisfatti.


venerdì 18 novembre 2011

Pancake casalinghi

Se siete stati negli Stati Uniti, avrete certamente avuto modo di assaggiare i pancakes.

Al di là del nome americaneggiante, i pancakes sono una pietanza molto semplice, sia nella preparazione che negli ingredienti: si tratta di crepes un po' più alte del solito, e quindi più morbide, che vengono cotte in padella con il burro e possono essere gustate, sempre caldissime, con dello sciroppo d'acero (secondo la ricetta originale americana) oppure con una salsa al cioccolato o con la marmellata.

Dipende dai vostri gusti, ma la ricetta originale resta secondo me impareggiabile (anche perchè lo sciroppo d'acero si trova ormai con facilità in tutti i supermercati.

Ecco gli ingredienti (con questa dose vengono dai 9 ai 12 pancakes, a seconda della grandezza della vostra padella).
  • 15 grammi di burro morbido;
  • 300 grammi di latte;
  • 225 grammi di farina;
  • 1 uovo;
  • 50 grammi di zucchero;
  • 1/2 bustina di lievito vanigliato per dolci;
  • burro per cuocere q.b..
Preparazione tradizionale 

Preparare i pancakes è semplice ed anche veloce: non bisogna aspettare che lievitino, ma basta impastare e cuocere: per questo, li vediamo spesso nelle scene dei film americani, magari preparati in una placida domenica mattina, con la famigliola riunita intorno al tavolo. Vediamo come si fa.

Mettere in una ciotola il burro, lo zucchero e l'uovo e lavorare con lo sbattitore (va bene anche la frusta a mano o un cucchiaio di legno, ma con lo sbattitore si fa prima e si evitano grumi).

Aggiungere il latte e la farina e continuare ad impastare con lo sbattitore.

Solo alla fine, aggiungere il lievito e lavorare ancora un po'.

Preparazione con il Bimby

Per chi di voi ha il Bimby, il robot da cucina della Vorwerk, le cose sono ancora più semplici.

Partendo dalle stesse dosi di ingredienti che abbiamo visto su, si mette il burro (anche non ammorbidito nel boccale e si imposta 1 minuto, 70 gradi, velocità 1.

Poi si aggiungono il latte, l'uovo, lo zucchero, la farina e il lievito e si impasta per 30 secondi a velocità 6.

Si spatola e si impasta ancora, per 10 secondi a velocità 6.

Cottura

Mettete un po' di burro (5 grammi, ne basta davvero pochissimo) in una padella antiaderente (se avete una crepera media è perfetta, ma va bene una qualunque padella, purchè abbia il fondo antiaderente). E' importante tenere la fiamma media, perchè se è troppo decisa, il burro rischia di bruciare.

Quando il burro si sarà fuso, potete versare un mestolino di impasto e lasciando la fiamma media lasciare cuocere per uno o due minuti: il tempo di cottura per il primo lato si determina a partire da quando vediamo sulla superficie del pancake formarsi delle bollicine.

Questo è il momento in cui dobbiamo girare la nostra frittellina: lasciamo andare per 30 secondi-1 minuto (verifichiamo la cottura sollevando il pancake) e togliamo dal fuoco.

Imburriamo di nuovo la padella e ripetiamo il procedimento fino ad esaurimento dell'impasto.



Attendo vostri commenti sulla ricetta: l'avete sperimentata? Com'è andata?

La colazione a New York: Europa Cafè

Una delle esperienze culinarie da non perdere a New York è la ricca colazione (breakfast), che in realtà per gli americani è un vero e proprio pasto.

Il consiglio è di evitare le ricche colazioni continentali degli alberghi (molto buone, ma costosissime, al massimo toglietevi lo sfizio un giorno) e di orientarvi per un buon posto in strada.

L'ipotesi più facile è il classico Starbucks, ma, a parte l'utilità di beneficiare gratuitamente di una connessione a internet, c'è sicuramente di meglio in giro: Starbucks potete, se volete, riservarlo ad una pausa durante le vostre lunghe passeggiate per New York (così potrete anche allungare l'occhio di Facebook o sulla vostra e-mail).

Il mio consiglio è di cercare in zona uno dei tanti Europa Cafè: è una catena con quattordici punti vendita, che offre davvero tutto quello che occorre per una ricca colazione all'americana.

Se volete sentirvi proprio "indigeni", potrete puntare su omelette con bacon o salsiccia (o da personalizzare come vorrete), oppure su un sandwich (anche questo personalizzabile a vostra scelta) o sui classicissimi pancakes.



Se, invece, volete restare più sul mood europeo o nostrano, via libera a muffin, cupcakes, cereali con latte o brioches.

Le bevande, invece, sono le tipiche da colazione americana: cappuccino, caffè lungo o bibita (tutti e tre nella dimensione small, medium o large).

Perchè scegliere questa catena, direte voi, rispetto alle altre presenti: innanzitutto, perchè consente di mangiare seduti (caratteristica che non è proprio semplice da trovare, visto che i newyorkesi, patiti dello street food, magiano per strada correndo...un insulto per noi italiani!).

In secondo luogo, per la cura nel cibo: i piatti caldi (compresi i sandwich sono tutti preparati al momento e la fragranza di un pancake appena fatto non è comparabile con il sapore di quello preparato in anticipo e poi scaldato) e, visto l'affolamento di clienti, il ricambio dei prodotti è molto frequente.

Altro punto di forza, la pulizia: riscontrata da me in prima persona, ma riconosciuta ufficialmente anche dal rigorosissimo Ufficio Igiene americano, che usa fare controlli a sorpresa e senza preavviso ed ha conferito all'Europa Cafè il massimo livello di pulizia. Inoltre, è uno dei pochi locali in cui il bagno è accessbile solo ai clienti, che devono richiedere la chiave alla cassa e qui restituirla.

I prezzi sono sicuramente più abbordabili delle colazioni continentali degli alberghi: queste ultime viaggiano sui trenta dollari a testa, mentre all'Europa Cafè con meno di 20 dollari si mangia in due e si può dire di aver fatto una colazione luculliana.



Solo un consiglio: fate attenzione, come al solito, alle porzioni fuori misura degli americani e dividete a metà. Pensate che una porzione di pancake contiene tre frittelle enormi, mentre un muffin ha dimensioni di gran lunga maggiori di quelle che vediamo qui in Italia. Analogamente, il cappuccino small è da circa 250 ml, quindi tenetelo presente prima di buttarvi sul large.

L'Europa Cafè è sfruttabile anche a pranzo, ma noi non ci siamo mai stati: in ogni caso, credo che queste caratteristiche lo rendano un buon posto anche per pranzare.

Qui trovate l'elenco di tutti i punti vendita.

giovedì 17 novembre 2011

Shopping a New York: alcuni consigli

Andare a New York e non comprare nulla è praticamente impossibile: turisti e residenti sono visti dai commercianti come potenziali consumatori ed ecco allora che vengono "accalappiati" appena mettono piede in un negozio.

Devo confessare che l'impressione che ho avuto io è stata che i commessi dei negozi prendano una percentuale sulla merce che riescono a vendere, altrimenti davvero non riesco a spiegarmi l'attenzione quasi esasperata al cliente, che ho riscontrato sia nelle boutique più lussuose sia nelle grandi catene di abbigliamento.

Con questo post, iniziamo con alcuni consigli che mi sembra opportuno seguire, quando si entra in un negozio newyorkese, qualunque esso sia.

Innanzitutto, i prezzi: non è tutto oro quello che luccica, nel senso che il prezzo esposto è diverso da quello finale che pagherete alla cassa. Al prezzo della merce, infatti, occorre aggiungere l'importo delle tasse, che varia a seconda della categoria merceologica, ma è generalmente compresa tra l'8 ed il 12%. In pratica, è come se da noi i commercianti esponessero i prezzi senza IVA (sebbene la nostra IVA viaggi sul 21% e quindi su un valore assoluto molto più elevato).

Questo dato deve essere tenuto in considerazione, per comprendere se davvero valga la pena di comprare (e trasportare i prodotti) da New York oppure no.



Altro suggerimento: quando entrate in un negozio, non fatevi prendere dalla frenesia di sbrigarvi, nè dal pressing dei commessi, ma prendetevi il vostro tempo. Le taglie, come saprete, sono diverse da quelle europee, sia per l'abbigliamento, sia per le calzature (per comodità, qui trovate le tabelle di conversione): in ogni caso, provate sempre tutto, prima di acquistare.

Questo vale sia per l'abbigliamento che per la tecnologia: spesso troverete prezzi invitanti per cellulari o tablet, ma vedrete che varranno solo se sottoscrivete un abbonamento con un operatore americano (di cui non saprete assolutamente cosa farvene quando tornerete in Italia). E' differente anche il formato video utilizzato in America (si chiama NSTC e non PAL come quello europeo): dunque, prestate attenzione nell'acquistare film o giochi per le consolle, ma soprattutto videocamere.

Un ulteriore tip è quello di evitare le catene di negozi che si trovano anche in Europa (come Zara o H&M per l'abbigliamento): a parte il vantaggio determinato dal cambio (a parzialmente assorbito dalle tasse), non troverete alcuna ragione per acquistare.



Infine, ma questo è scontato: passeggiate quanto volete sulla Quinta o sulla Fashion, ma comprate altrove! La zona di Chelsea è molto conveniente, così come quella di Union Square (la bassa Broadway, per intenderci, che è ricca di outlet), mentre se volete acquistare qualcosa di cool ma non di firmato, Soho è il vostro campo di battaglia.

Ah dimenticavo il consiglio più importante: portate con voi una valigia vuota....vedrete che al ritorno vi servirà!

venerdì 4 novembre 2011

Bubba Gump: come dentro un film!

Uno dei posti più carini in cui sono stata a New York è sicuramente Bubba Gump: un ristorante davvero particolare, che merita in assoluto una visita.

Ricordate il film Forrest Gump? Verso la fine, il protagonista (l'incommensurabile Tom Hanks) investe le somme guadagnate con una campagna pubblicitaria comprando un vecchio pescherecchio malandato e si dedica con successo alla pesca di gamberi, fondando la società Bubba Gump, dal nome del suo amico di gioventù Benjamin Buford Blue, detto Bubba, e da Gump, il suo cognome.

Questo ristorante prende proprio spunto dal film, a cui è interamente dedicato: in una location tipicamente americana, tutta in legno, con sedie e divanetti (ed aria condizionata a temperatura rigorosamente polare), campeggiano foto tratte dal film e frasi celebri, come la celebre "La vita è come una scatola di cioccolatini" oppure "Stupido è chi lo stupido fa".

Al piano terra (o Main Floor, come lo chiamano gli americani) troverete l'immancabile negozio di souvenir: magliette, mug e quant'altro possiate immaginare, che prende spunto dal film e dal logo del negozio.

Troverete anche ad accogliervi un simpatico cameriere, che vi inviterà a salire al piano superiore: qui sarete indirizzati al vostro tavolo e scorgerete subito due targhe girevoli: una blu, con scritto "Run Forrest Run" ed una rossa, con scritto "Stop Forrest Stop".



La prima dovete tenerla in vista fino a quando non avrete scelto il vostro menu: in tal modo, i camerieri sanno che non dovranno fermarsi. Non appena avrete fatto le vostre scelte, girate la targa su quella rossa ed il primo cameriere di passaggio si fermerà da voi per prendere l'ordinazione.

Il menu offre porzioni luculliane (tipicamente americane) di gamberi, cucinati in tutti i modi possibili e immaginabili: fritti, aromatizzati con salsa al burro piccante, ripassati in padella o ancora allo spiedo. Le patate fritte sono l'accompagnamento prediletto, insieme alle verdure pastellate.

E' divertente, tra i main dishes, la divisione tra i piatti preferiti da Forrest e quelli preferiti da Jenny, che si affiancano alla selezione di Bubba.

Se proprio non gradite i gamberi, potete sempre buttarvi sui classici onion rings e su pollo o carne oppure su insalatone e sandwich.

Da non trascurare i dessert: favolosi e anche questi in quantità super abbondanti (il consiglio è di dividere ogni piatto in due, per assaggiare più portate, altrimenti è impossibile andare oltre una sola portata). 



Noi abbiamo preso i gamberi impanati al cocco, gli spiedini di gamberi e verdure la Mama's Best Strawberry Shortcake, una torta con crema al formaggio e fragole: tutto eccellente e reso ancora più apprezzato dalla location divertente.

I prezzi sono in linea con i ristoranti newyorkesi di medio livello: circa 50 dollari, ai quali bisogna aggiungere le tasse e la mancia al cameriere (che qui, a differenza di altri locali, è già "suggerita in tre distinte percentuali, a seconda della cura e della soddisfazione riscontrate). 

Bubba Gump si trova in Times Square, su 1501 Broadway, tra la 43ma e la 44ma, quindi in una zona centralissima, e altre sedi sono sparpagliate in tutta l'America, per esempio a Miami, San Francisco, Orlando e Santa Monica e, se andate negli States, è davvero un posto da non perdere.

lunedì 31 ottobre 2011

City Pass e New York Pass: alcuni consigli per organizzare il soggiorno a New York

Se pensate di andare a New York come "turisti fai da te" (opzione consigliatissima, per risparmiare e per vivere la città secondo i vistri gusti ed i vostri ritmi), sappiate che gran parte dell'organizzazione può essere svolta via internet e che potete non solo prenotare i biglietti per le singole attrazioni, ma anche  acquistare dei "pacchetti" che comprendono gli ingressi ai luoghi più interessanti da visitare già pre-caricati, in cambio di un notevole risparmio rispetto all'acquisto dei biglietti singolarmente.

In altre parole, fate un unico acquisto prima di partire e arrivate a New York con già una serie di biglietti acquistati, risparmiando anche una bella sommetta: attenzione, però, a due aspetti, che necessitano della vostra attenzione.

Innanzitutto, questi "pacchetti" impongono di consumare gli ingressi entro un periodo determinato: dunque, se decidete di acquistarli, dovete darvi una scadenza minima di cose da fare giorno per giorno.

In secondo luogo, alcune delle attrazioni vanno poi prenotate in un giorno e ad un orario precisi: quindi, ricordatevi dopo l'acquisto di contattare i singoli siti di alcuni dei luoghi compresi nel pacchetto, per dire quando volete utilizzare il vostro ingresso.

I pass sono acquistabili on line (in questo caso, godrete di prezzi scontati) oppure una volta arrivati a New York. Se decidete di acquistarli on line, potrete scegliere se farveli spedire a casa oppure se ritirarli in loco a New York.

I pacchetti tra cui scegliere sono essenzialmente due: il New York Citypass e il New York Pass.



Il New York Citypass è sicuramente il pass più utilizzato: sia perchè ha un costo contenuto, sia perchè il sito per acquistarlo è disponibile in lingua italiana.

Il costo dell'intero pacchetto è di 79 dollari per gli adulti (circa 55 euro) e consente di risparmiare 67 dollari (circa 47 euro) rispetto al costo dell'acquisto delle attrazioni singolarmente, che altrimenti paghereste ben 146 dollari.

Dura 9 giorni e consente di avere accesso al MoMA, all'Osservatorio dell'EmpireState Building (con l'ingresso, però al solo 86mo piano, per cui se vorrete salire al 102mo dovrete pagare una piccola differenza), al Museo di Storia Naturale, al Metropolitan, al Guggenheim o al Top di Rock (questi ultimidue in alternativa), la Statua della Libertà (solo l'ingresso sull'Isola) ed Ellis Island oppure una Crociera della Circle Line.

Il funzionamento è molto semplice: arrivati alla prima attrazione, si ritira il blocchetto con tutti i pass e da quel momento decorrono i nove giorni per utilizzarli.



Il New York Pass, invece, è una specie di carta di credito di durata variabile, a seconda delle nostre scelte, sulla quale sono caricati gli ingressi ad oltre 70 attrazioni (tutte quelle comprese nel Citypass più molte altre): il prezzo del pass varia a seconda della durata che vogliamo dargli (80 dollari se scegliamo la durata di un giorno, 115 dollari se scegliamo la durata di 2 giorni, 135 dollari se scegliamo la durata di 3 giorni, 170 dollari se scegliamo la durata di 7 giorni, che è quella massima). Il vostro risparmio, ovviamente, cresce all'aumentare delle attrazioni visitate nel minor tempo possibile: anche in questo caso, il pass si attiva al momento dell'utilizzo alla prima attrazione.

Certamente, non potete trasformare la vostra vacanza in un tour de force, tuttavia, se avete, per esempio, intenzione di visitare molti musei e volete fare sia la crociera che la visita alla Statua della Libertà oppure volete sia visitare il Top of the Rock sia andare al Guggenheim, vi conviene la soluzione New York Pass, che è in ogni caso preferibile per soggiorni lunghi e anche per fare qualcosa di diverso dai soliti giri turistici.

Per esempio: potrete decidere di andare sull'Empire di giorno e sul Top of the Rock di sera, potrete affittare le biciclette sul ponte di Brooklyn e a Central Park, potrete visitare il Tribute World Trade Center Visitor Center (molto più toccante ed intimo del freddo museo istituzionale dedicato all'11 settembre).

Al New York Pass, inoltre, sono associati alcuni buoni sconto nei negozi più famosi di New York (come una tessera sconto della durata di un mese da Macy's oppure un buono sconto per i biglietti dei musical a Broadway).

Da non trascurare, infine, la possibilità di associare al New York Pass un ulteriore pass per i bus hop on/hop off che fanno il giro di Manhattan (un bus fa il giro di Downtown ed un altro quello di Uptown): si tratta di autobus dai quali potrete scendere e risalire a vostro piacimento per tutta la durata del vostro pass, sostituendo così i mezzi pubblici (occhio però che sono molto più lenti della metropolitana).

Se decidete di associare un pass per questi bus,  i prezzi salgono rispettivamente a 140 dollari (per due giorni di bus hop on/hop off illimitato e due giorni di New York Pass), a 190 dollari (per 3 giorni di bus hop on/hop off illimitato e tre giorni di New York Pass) e a 235 dollari (per 3 giorni di bus hop on/hop off illimitato e sette giorni di New York Pass).

Due sono i difetti di questo pass: il sito per acquistarlo è solo in inglese e rischia forse di imbrigliarvi un po' troppo nelle cose da fare, togliendovi la libertà di godervi la città con pigre passeggiate. Conta molto il vostro modo di essere e la vostra capacità di organizzarvi, quindi riflettete bene prima di fare il vostro acquisto, magari ipotizzando -tra tutte le attrazioni comprese nel New York Pass quelle che vi interessa davvero vedere. 

giovedì 27 ottobre 2011

New York, New York

New York è stata la meta del mio ultimo viaggio: non un viaggio qualunque, ma il viaggio di nozze.


E' logico, quindi, che a questa città io sia particolarmente legata.


Raggiungere New York è stata la realizzazione di un sogno: è la vera caput mundi dei nostri tempi e sarà per la moltitudine di persone, sarà per il meltin' pot di etnie diverse, sarà per l'immensità di tutto -dai palazzi ai negozi ai musei- questa città non si dimentica mai.


Mi piacerebbe condividere con voi il mio percorso di viaggio: può essere utile per concentrare in poco tempo quello che non si può non vedere, anche se il bello di New york è viversela giorno per giorno, con lunghe passeggiate e pigre pause di ristoro.


Il primo impatto con la città non è facile: il "troppo" che offre -sotto tutti gli aspetti- rischia di spiazzare il turista (anche quello più esperto) e di paralizzarne la voglia di conoscenza e di esplorazione.


In realtà, il primo consiglio che mi sento di darvi, soprattutto se avete poco tempo, è di prepararvi un programma di massima per ciascun giorno: magari non lo rispetterete alla lettera, magari inserirete la visita di cinque musei in cinque giorni e poi scoprirete che forse c'è altro che vale la pena di vedere, ma almeno avrete una linea direttrice da percorrere. In assenza di un programma, il rischio è la dispersione di tempo ed energie, con il risultato di fare e di vedere meno di quanto vi aspettavate e quindi di rimanere delusi.



Il secondo suggerimento è quello di qualunque turista globetrotter: dotatevi di uno zaino o di una borsa comoda e capiente per girare la città ed avere a portata di mano mappe e itinerari. In questo modo risparmierete tempo e fatica e troverete facilmente tutto quello che cercate.


Altri strumenti secondo me indispensabili per organizzare il vostro viaggio a New York sono una guida Lonely Planet aggiornata e il City Notebook della Moleskine: la prima la conoscerete tutti e quindi non spendo altre parole; la seconda è stata una vera scoperta. E' un vero e proprio quaderno di viaggio, che contiene una mappa dettagliata delle principali zone della città, una sezione dedicata alle attrazioni (dove potrete segnare gli indirizzi dei posti che intendete visitare, senza aprire ogni volta la guida), una dedicata al cibo (dove è consigliabile appuntare in anticipo tutti i ristoranti e i bar che non potete rinunciare a conoscere), una dedicata allo shopping (e qui "dovete" segnare tutti gli indirizzi utili per dilapidare con serenità il vostro patrimonio), nonchè varie altre sezioni personalizzabili e, ovviamente, una serie di pagine in cui potrete scrivere il vostro itinerario personalizzato.


Infine, un ultimo tip (per ora): organizzate la maggior parte delle escursioni da casa, così arrivati nella Grande Mela non perderete tempo a comprare biglietti o a cercare agenzie disposte a venderveli e sarete pronti a partire!

Dove siete arrivati?



Mi piace molto viaggiare ed organizzare le mie vacanze, piccole o grandi che siano, in autonomia.


Con internet ed un po' di informazione, è davvero possibile crearsi un itinerario di viaggio personalizzato, senza dover ricorrere ad intermediazioni costosissime di soggetti terzi.


Ho pensato, quindi, di mettere la mia esperienza a disposizione di quanti vorranno ricevere consigli "da amica", per fare in modo che anche la loro vacanza sia indimenticabile come lo sono le mie.


Buona lettura!